Felicità: istruzioni per l’uso

Felicità: istruzioni per l’uso

Per “felicità” s’intende uno stato emotivo di benessere vissuto in modo complessivo e, rispetto alla “gioia”, più distaccato dall’esperienza immediata.

I dati di numerose ricerche indicano che la felicità non dipende in modo diretto da variabili anagrafiche come l’età o il sesso, né in misura rilevante dalla bellezza, ricchezza, salute o cultura. Inoltre, la variazione nelle emozioni positive e negative vissute soggettivamente dipende in misura assai rilevante dagli individui (per il 52%) più che dalla differenza delle situazioni lavorative e di svago (solo per il 23%).

Allora perché certe persone sono più felici di altre?

Da una parte si tende a dare molta importanza agli eventi della vita nel determinare la felicità, d’altra parte molti studiosi considerano la felicità alla stregua di un tratto di carattere, di uno stato psicologico piuttosto stabile nel tempo che permane in situazioni diverse e che ha un’origine prevalentemente interna all’individuo.
Pareggiando le condizioni di vita, quindi, i tratti di carattere più stabilmente associati alla felicità sono l’estroversione (la persona estroversa ha più rapporti sociali, fa amicizie più facilmente, trova maggiori motivi d’interesse e di divertimento), la fiducia in se stessi (il senso di autostima e in particolare la fiducia nel proprio giudizio e nelle proprie capacità), l’ottimismo e l’impressione di controllo su stessi e sul proprio futuro (cioè l’attribuzione a se stessi piuttosto che ad altri o al caso della responsabilità e del potere sugli avvenimenti che ci riguardano).

Allora quali sono le “istruzioni” per l’uso della felicità?

  • Stare in compagnia di persone felici.
  • Fare esercizio fisico.
  • Non confrontare la nostra condizione (salute, bellezza, ricchezza, ecc.) con quella degli altri.
  • Individuare quello che ci piace nel nostro lavoro e valorizzarlo.
  • Curare il corpo e l’abbigliamento.
  • Riconoscere le connessioni fra cattivo umore e cattivo stato di salute, per non attribuire una realtà oggettiva a valutazioni che sono conseguenza del malessere fisico.
  • Dimensionare le nostre aspettative alle capacità e alle opportunità medie della situazione.
  • Aiutare le persone a cui piace essere aiutate.
  • Non fare progetti a lunga scadenza.
  • Non trarre conclusioni generali dagli insuccessi.
  • Fare una lista delle cose che personalmente ci fanno stare di buon umore e praticarle.

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