Non so cosa pensate voi ma guardandomi attorno credo che il periodo natalizio sia sempre più una fonte di disagio e di stress emotivo.
Addobbi natalizi luccicanti ovunque, negozi e supermercati affollati ma…pochi sorrisi. Ci si sente quasi obbligati ad aderire a questa festa, alla frenesia degli acquisti, quasi catturati dalle tante luci colorate della città.
In questo periodo emergono anche rimpianti per un’infanzia diversa con le sue tradizioni, di un’infanzia mai avuta, rimpianti per chi non c’è più, frustrazioni legate ad aspettative deluse, ansia per incontri indesiderati e la solita tristezza di alcuni diventa ancora più ingombrante fino a divenire disperazione, spesso per una solitudine non desiderata.
Da un’indagine di Tim Kassen (“Journal of Happines Studies”) è emerso che quanto più le persone non si dedicano alla religione e alla famiglia ma, al contrario, sono legate agli aspetti consumistici del Natale, maggiormente vivono in questo periodo disagio emotivo e stress. Non trovate anche voi che il problema sia questo?
La persona tende ad allontanarsi sempre più dal valore e dal significato insito nelle festività, negli eventi che la circondano: il Natale è l’attesa e poi la “nascita” del Bambin Gesù e dovrebbe essere visto come un modo per celebrare il bambino che c’è in ognuno di noi e che invece è sempre più imbrigliato da doveri, regole, “maschere” per poter sopravvivere nella società e per adeguarsi ad essa.
Che ne dite di prendere maggior cura di noi stessi in questo periodo e di far uscire il bambino che è in noi senza tappargli le ali?
Allora…Buon Natale a tutti!