Un libro scritto da una psicologa che io stimo molto s’intitola “Ridere è una cosa seria” e la risata viene definita come una risorsa straordinaria in ogni momento della vita. Condivido pienamente questa definizione e, a chi non ne fosse convinto, lo inviterei a ridere in questo istante, a memorizzare bene la fisiologia dello stato d’animo che prova e a servirsene per ricrearlo nel momento in cui ce ne fosse bisogno. Il sorriso non risolve i problemi quotidiani ma sicuramente aiuta a vivere meglio, a vedere le cose dal lato positivo e ci rende più amabili e attraenti. Solo modificando i propri stati emozionali negativi si potrà migliorare il proprio livello di prestazione nella vita di tutti i giorni.
Un vecchio proverbio dice che “ridere fa buon sangue”, infatti diversi studi confermano che quando si ride si fa ridere non solo il volto ma anche il diaframma, i visceri, migliora la circolazione sanguigna, vi è un incremento delle difese immunitarie e permette un fenomeno di purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori. Inoltre, per ridere si utilizzano oltre sessanta muscoli mentre per piangere solo una ventina…ecco perché ho definito la risata come un jogging.
Se pensate ad un momento in cui avete riso (non in cui avete sorriso, c’è differenza tra i due termini: la produzione del riso è dovuta maggiormente a processi non controllati dalla persona), vi renderete conto che in quell’ istante c’erano certamente delle persone: ridere, come chiacchierare, ha la funzione di facilitare o mantenere i legami sociali. Quando udiamo ridere tendiamo a ridere a nostra volta producendo una reazione comportamentale a catena che viene potenziata nel gruppo in un crescendo di risolini e risate. Il sorridere è l’indicatore più potente di amichevolezza o di desiderio di connessione positiva con qualcuno, ma non è attendibile come indicatore dello stato emotivo di gioia o di felicità: si può sorridere per finta, o per mascherare una varietà di stati d’animo diversi come imbarazzo, insofferenza, ironia, ansia.Ho deciso di concludere questo articolo con una poesia di cui non si conosce con certezza l’autore e che coglie molti aspetti relazionali del sorriso:
Un sorriso
non costa nulla e produce molto.
Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
ma nel ricordo può essere eterno.
Nessuno è così ricco
da poterne fare a meno
E nessuno è così povero da non meritarlo.
Creatore di felicità in casa,
negli affari è sostegno;
è il segno sensibile dell’amicizia profonda.
Un sorriso dà riposo alla stanchezza, allo scoraggiamento;
nella tristezza è consolazione.
Rinnova il coraggio, poiché è l’antidoto naturale alle nostre pene.
E’ un bene che non si può comprare, né prestare, né rubare,
poiché ha valore nell’istante in cui esiste.
E se poi incontrerete chi l’aspettato sorriso a voi non dona,
siate generosi e date il vostro,
perché nessuno ha tanto bisogno come chi non sa darlo.