Quando i giovani s’incontrano…

Quando i giovani s’incontrano…

È ormai dimostrato che spesso sono i giovani che manifestano in anticipo i grandi cambiamenti della società.
Dopo il tabacco e la caffeina, l’alcol è la sostanza psicoattiva più utilizzata dai giovani, specialmente a fini ricreativi, bevono in singoli episodi con maggiore intensità, bevono soprattutto in compagnia col desiderio di ubriacarsi.
Il maggiore consumo in compagnia risulta essere associato all’aumento di incidenti stradali e ad attività penalmente perseguibili, all’aumento di casi di aggressione e violenza e all’inizio precoce dell’attività sessuale ed ai rischi connessi di malattie sessualmente trasmesse e gravidanze non pianificate.

I giovani bevitori potremmo definirli “bevitori contestuali”: al centro dell’esperienza non c’è solo l’alcol, cioè il rapporto con una sostanza specifica, ma soprattutto l’effetto sociale, il divertimento, la conformità alle aspettative di un gruppo di riferimento, i significati attribuiti ad un particolare contesto ed alla congruenza dei propri comportamenti rispetto a quei particolari significati. L’assunzione di alcol non pare attivata da una pulsione interna fisica o psichica, ma da una situazione esterna, da un’occasione molto spesso ludica o sociale magari del tutto saltuaria.
Per il bevitore contestuale quindi il perno centrale intorno al quale tutto ruota è il gruppo sociale di riferimento, la cui pressione determina le scelte del soggetto (un esempio ne è l’adolescente, con la discoteca, le stragi del sabato sera). Oggi la moda dell’aperitivo, dell’happy hour , delle discoteche, disco-pub, ha portato un vertiginoso incremento nei consumi di alcolici anche tra i giovanissimi: se un tempo la prima sbornia era una sorta di rito di iniziazione prettamente maschile, oggi bevono sia maschi che femmine ed il vino, considerato “bevanda da vecchi” è snobbato mentre sono scelti superalcolici in quantità al limite del malessere o al confine del coma etilico.

I cambiamenti sociali hanno avuto ripercussioni sulla relazione genitori-figli, una relazione non sufficientemente solida, che non offre contenimento, dove manca il dialogo ed informazione; spesso non viene trasmesso il senso del limite e del rispetto delle regole, con il risultato di un mancato contenimento dell’angoscia legata al cambiamento col passaggio all’età adulta. Purtroppo molti genitori, anche per le pressanti richieste dei figli, concedono spazi di libertà sempre maggiori, con grave sofferenza della relazione stessa, e il figlio viene percepito più come fonte di problemi o a cui viene negata ogni forma di disagio (spesso c’è una aumentata disponibilità economica dei giovani).

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