Vi è capitato di notare in famiglia o in altri contesti alcuni litigi o transazioni che tendono a ripetersi con le stesse modalità, per le stesse motivazioni, con simili scambi verbali e non verbali tra i due litiganti? Avete mai avuto un’interazione nella quale voi e l’altro alla fine vi siete entrambi sentiti a disagio e avete detto a voi stessi una cosa del tipo: “Perché continua a succedermi questo?”, “Come mai è successo di nuovo?”, “Pensavo che lui/lei fosse diverso dagli altri e invece…”.
Se avete avuto un’interazione come questa è molto probabile che nel linguaggio degli analisti transazionali state effettuando un “Gioco”.
I Giochi impediscono i rapporti aperti, intimi e leali fra le persone; e tuttavia si gioca per occupare il tempo, attirare l’attenzione, rinforzare vecchie opinioni su sé e sugli altri e confermare una sensazione di fatalità. Si tende a “giocare” lo stesso tipo di gioco molte volte e si trova un proprio tornaconto unico (perché legato alla propria storia personale) che risulta essere la ripetizione di importanti situazioni incompiute del passato.
Ogni Gioco ha una prima mossa . Qualche volta questa è non verbale, come ad esempio girare le spalle freddamente, sfarfalleggiare con le ciglia, scuotere l’indice in modo accusatore, sbattere una porta, leggere la corrispondenza altrui, chiudersi in un silenzio provocatorio.
Per rendere più chiaro il concetto di Gioco vi espongo una transazione avvenuta tra due fidanzati: il comportamento iniziale di ogni litigio era sempre un comportamento non verbale, come ad esempio tenere il broncio o fumare una sigaretta dopo l’altra con gesti esagerati da parte della ragazza; questo era seguito da domande del ragazzo come “Cosa c’è? Cos’è che non va?” alle quali lei rispondeva “Non sono affari tuoi”, dopo della quale il ragazzo usciva di casa arrabbiato dirigendosi al bar; al suo ritorno seguiva una lunga litigata con accuse e contro-accuse e terminava con la ragazza che scoppiava in lacrime (è il suo tornaconto) e correva in camera da letto sbattendo la porta. Il ragazzo andava in cucina a bere un altro “goccetto” e per quella sera non ebbero altri contatti.
Il Gioco preferito di questi fidanzati era a “burrasca”, il risultato era sempre lo stesso, un isolamento ostile per evitare l’intimità sessuale. Evitare l’intimità, infatti, era il tornaconto del loro gioco.
Come bloccare i Giochi? Prima di tutto è importante individuarli in tutte le sue caratteristiche e può risultare utile scrivere i passaggi che tendono a ripetersi; solo quando se ne ha consapevolezza è possibile non “agganciare” l’altro o non farsi “agganciare” dall’altro come succedeva di solito. Infine, ci si può chiedere come mai abbiamo avuto il bisogno, forse anche per un’intera vita, di produrre sempre gli stessi tipi di Giochi…
Per chi fosse interessato all’argomento trattato può consultare il libro “A che gioco giochiamo” di Eric Berne e potrà individuare il proprio Gioco tra i tanti affrontati.